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IL MITO DI APOLLO E CORONIDE

Come il corvo è diventato nero - la nascita della cornacchia - il mito della civetta

In questo articolo narreremo il mito di Apollo e Coronide, che parla della tragica storia d’amore tra il dio Apollo e Coronide e si conclude con la nascita di una nuova divinità: Asclepio (Esculapio secondo i romani). La leggenda si incastra con altre quattro storie: il mito del corvo, che a causa della sua fedeltà ad Apollo perde il suo candore e diventa per sempre nero; il mito della cornacchia, che un tempo era una fanciulla su cui aveva posato lo sguardo Poseidone e dal quale viene salvata da Atena; il mito di Erittonio, figlio di Efesto; e infine il mito della civetta, fanciulla caduta nelle tentazioni del suo stesso padre.

Queste leggende rientrano tra quelle che a noi piace chiamare “curiosità mitiche“. Sono storie che non avevano solo una funzione di intrattenimento, ma rappresentavano veri e propri tentativi di interpretare il mondo e di trasmettere valori, emozioni e insegnamenti. E’ proprio per questa ragione che la mitologia greca e romana ci affascina spesso con racconti che spiegano l’origine o la trasformazione di elementi della natura, come piante, fiori, frutti e persino fenomeni naturali.

Il mito di Apollo e Coronide

Il mito del corvo e il mito della cornacchia

Coronide era una splendida fanciulla della Tessaglia, tanto bella da attirare l’amore del dio Apollo. Il dio, temendo che quella perfezione potesse far vacillare la fedeltà della giovane, inviava ogni giorno un corvo a sorvegliarla, perché gli riferisse ogni suo gesto. Il corvo, allora, aveva piume bianchissime, candide come la neve, e mai fino ad allora aveva conosciuto il colore del lutto.

Un giorno, però, durante la sua consueta missione, l’uccello vide Coronide tra le braccia di un fanciullo tessalo. Sconvolto, spiccò il volo per annunciare la notizia ad Apollo. Ma lungo il cammino una cornacchia gli sbarrò la via: lo ammonì con voce ferma, invitandolo a non farsi portatore di sventure. Gli raccontò che nulla di buono nasce dal rivelare segreti agli dèi, e che anche lei aveva pagato caro la propria vicinanza al divino.

Il corvo bianco e la cornacchia discutono nel mito di Apollo e Coronide
Il corvo bianco e la cornacchia

Un tempo, prima che la civetta diventasse il simbolo sacro di Atena, era proprio la cornacchia la sua compagna prediletta. Ma non era sempre stata un volatile: in un passato lontano era una principessa mortale, figlia del re Coronèo di Focide. Era così bella che lo stesso Poseidone si era invaghito di lei. Il dio tentò a lungo di conquistarla, ma la fanciulla lo respingeva con coraggio. Finché un giorno, colmo d’ira, Poseidone cercò di farla sua con la forza. La principessa fuggiva, gridando aiuto, e solo Atena udì il suo richiamo. Per salvarla, la dea la trasformò in una cornacchia e la accolse al suo fianco, rendendola sua fedele compagna.

Il mito di Erittonio e il mito della cornacchia

Poi un giorno, Efesto, il dio del fuoco e della forgia, fabbro degli Dei, fu colto da un desiderio folle: pensò che fosse una buona idea tentare di possedere Atena, la dea della guerra e della saggezza. Ma il suo tentativo fallì miseramente. Dalla goffa violenza del dio, però, nacque comunque una vita: il suo seme, caduto sulla terra, generò un bambino, Erittonio.

Atena, sconvolta e decisa a mantenere il segreto, raccolse il neonato e lo rinchiuse in un cesto di vimini. Per tenerlo al sicuro, lo affidò a tre fanciulle, Pàndroso, Erse e Aglàuro — figlie di Cecrope – creatura metà uomo e metà serpente — imponendo loro di non aprire mai quel cesto e di non chiedere nulla.

Per essere certa che le ancelle rispettassero la promessa, Atena mandò la cornacchia a spiarle da lontano. Ma la curiosità è spesso più forte dei giuramenti: una delle tre, incapace di resistere, sollevò il coperchio e vide il bambino accanto a un serpente che lo avvolgeva. Agitata, la cornacchia volò via in tutta fretta per riferire ciò che aveva visto.

Scena del mito di Apollo e Coronide in cui si intreccia il mito della cornacchia che spia le ancelle di Atena
La cornacchia sorveglia Erittonio e le figlie di Cecrope

Quando la dea seppe dell’accaduto, anziché punire le fanciulle, se la prese con la messaggera. Da quel giorno la cornacchia non fu più la sua compagna sacra: Atena la scacciò e la sostituì con un nuovo animale, la civetta. Ma anche questa, in origine, era stata una giovane donna: Nictìmene di Lesbo. Sedotta dal padre e vinta dal dolore e dalla vergogna, la fanciulla aveva scelto di non mostrarsi più alla luce del sole. Atena, impietosita, la trasformò in una civetta, creatura della notte, e la accolse al suo fianco come nuova compagna.

La nascita di Asclepio (Esculapio)

Anche dopo aver ascoltato tutte le storie della cornacchia, il corvo non si lascia dissuadere. Determinato nel suo compito, spiega le ali e vola via, deciso a raggiungere Apollo. Quando finalmente giunge al cospetto del dio, gli rivela la verità: Coronide lo ha tradito.

Apollo, ferito nell’orgoglio e nel cuore, viene travolto da una rabbia cieca. Senza riflettere, afferra il suo arco, tende la corda e scocca una freccia contro la fanciulla amata. Il dardo la colpisce in pieno petto, e la vita comincia ad abbandonarla.

In un ultimo sussurro, Coronide confessa la sua verità: porta in grembo il figlio di Apollo. Quelle parole gelano il dio, che subito comprende l’enormità del suo gesto. Disperato, tenta di rimediare: raccoglie erbe, invoca rimedi, prova a richiamare la vita che se ne sta andando — ma ormai è troppo tardi. Coronide muore tra le sue braccia.

Immagine del mito di Apollo e Coronide
Apollo e Coronide

Allora Apollo maledice se stesso, la sua mano, l’arco che ha scoccato la freccia e pure il corvo, colpevole d’aver portato la notizia. Da quel giorno, il candore del suo piumaggio si dissolve: le penne diventano nere come la notte, e così rimarranno per sempre, segno eterno del dolore e dell’ira del dio.

Eppure, da quella tragedia nasce una nuova speranza. Apollo riesce a salvare il bambino dal grembo della madre e lo affida alle cure e alla sapienza del centauro Chirone. Quel bambino si chiamerà Asclepio, e un giorno diventerà il dio della medicina.

A questo link potete ammirare un quadro che raffigura la drammatica vicenda.

Il corvo bianco sta mutando il colore in nero, scena del mito di Apollo e Coronide
Il corvo muta il piumaggio
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