IL MITO DEL GIRASOLE

Elio, Clizia e Leucotòe

Molto spesso la mitologia greca e romana ci sorprendono con racconti che vogliono spiegare l’origine o la formazione di qualcosa, ad esempio piante e fiori. Tra i tanti, troviamo un mito per l’alloro, uno per il narciso, uno per il giacinto e tanto altro; li troverete tutti elencati qui. Anche il girasole è un protagonista di miti e leggende greche di questa tipologia; la storia, oltre a dare senso al nome del fiore e rafforzare il suo significato, nasconde un’altra chicca, cioè quella della creazione dell’incenso. I personaggi dell’affascinante mito del girasole sono: il dio del Sole Elio (o Apollo, nella versione romana), Clizia e Leucotòe. A causare quanto accade nel racconto è Afrodite, la dea della bellezza e dell’amore. Infatti è lei a scatenare l’amore del dio del Sole per Leucotòe, e lo fa per vendetta, perché lui ha raccontato ad Efesto di aver visto sua moglie, Afrodite appunto, tradirlo con Ares.

Il mito del girasole: l'amore di Elio per Leucotòe

Innamorato follemente di Leucotòe, figlia dell’oceanina Eurinome, il dio del Sole a volte sorge prima e tramonta più tardi per poterla ammirare più a lungo. Struggendosi per questo amore e cercando un modo per dichiararsi e conquistare il cuore della bella fanciulla, Elio ben pensa di assumere la forma della madre di lei: Eurinome. Così camuffato, va da Leucotòe e la trova in casa sua che cuce insieme alle sue ancelle. La finta Eurinome ordina alle ancelle di uscire perché ha cose importanti di cui discutere con sua figlia. Loro obbediscono e non appena mettono piede fuori, Elio si mostra alla sua amata in tutto il suo splendore, presentandosi e dichiarando il suo amore. Leucotòe però è terrorizzata; ma quando Elio le si avvicina, non muove un dito e subisce violenza senza fiatare.

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Il mito del girasole: la gelosia di Clizia - la pianta d'incenso

La sorella di Leucotòe, Clizia, era da sempre innamorata di Elio e così, quando la sorella riceve la sua “attenzione” si ingelosisce terribilmente e va dal padre, Orcamo, a raccontare la “tresca” della sorella. Orcamo, sdegnato e adirato, non ha orecchie per Leucotòe che cerca di spiegargli che lei non era consenziente e che il dio del Sole l’ha costretta. Decide che questo è un affronto imperdonabile e seppellisce VIVA sua figlia. Elio cerca disperatamente di salvare Leucotòe, schiudendo una via nel terreno con i suoi raggi ma purtroppo è già troppo tardi. Allora prova a riscaldare la vita in lei, cercando di ridarle energia ma ormai non c’è più nulla da fare. Straziato e addolorato, cosparge il sepolcro di Leucotòe di nettare degli Dei. Il corpo della sua amata si discioglie pian piano in un liquido profumato e poco dopo, dal terreno, emerge una pianta: l’incenso.

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Il mito del girasole: lo sdegno di Elio per Clizia

Elio, che tutto vede, sa benissimo che Clizia ha causato la morte di Leucotòe e non prova nient’altro che sdegno e rabbia per lei. Non vuole nemmeno guardarla, neanche per sbaglio. Clizia merita solo indifferenza. Lei invece, sempre più innamorata, cerca disperatamente di catturare la sua attenzione e si pianta per terra seduta su un prato, senza voler mangiare o bere. Per nove giorni e nove notti si nutre solo di rugiada e delle sue stesse lacrime, senza mai e poi mai staccare gli occhi dal Sole. Con lo sguardo segue incessantemente il suo cammino dall’alba al tramonto, sempre seduta su quel prato, finché il suo corpo non comincia ad aderire al terreno, irrigidendosi e assumendo un colore pallido. Si sta lentamente trasformando in un girasole. Ben radicata al terreno, ancora oggi Clizia osserva il suo amato e ne segue il cammino senza stancarsi.