Il Leone di Nemea

Il leone di Nemea: protagonista della prima delle dodici fatiche di Eracle

Ercole e il leone di Nemea

La storia di Ercole e il Leone di Nemea costituisce la prima fatica di Eracle (o Ercole, secondo la tradizione romana). Questo leggendario leone è una belva maestosa, imponente e terrificante, nota per avere una pelle  impenetrabile da qualsiasi metallo o pietra e che quindi non può essere lesa dalle comuni armi. Questa straordinaria resistenza fa del Leone di Nemea un avversario quasi invincibile, temuto da tutti coloro che ne sentono parlare. Eracle, inviato dal re Euristeo a prendere la sua pelle, si trova di fronte ad una sfida praticamente impossibile. Ma dopo una lunga ed estenuante lotta, il nostro eroe riesce finalmente ad avere la meglio: usando esclusivamente astuzia e forza fisica, strangola il leone, solo con la forza del suo braccio. L’eroe poi, per poter scuoiare la belva, usa gli stessi artigli del leone, poiché un normale coltello non gli avrebbe consentito di portare a termine la missione. Consegna così la sua pelle ad Euristeo, per poi farne il suo mantello. La testa del leone invece, la usa a mo’ di elmo.

I genitori del Leone di Nemea

Secondo la mitologia, il Leone di Nemea è figlio di creature altrettanto temibili. I suoi genitori sono la divina Echidna (metà fanciulla e metà serpente) e Tifone (creatura serpentesca dalle cento teste); questo lo rende fratello dell‘Idra di Lerna, di Cerbero, del cane Orto, della Chimera e della Sfinge. Secondo altre fonti però, il Leone è invece figlio di Echidna e del cane Orto, oppure della Chimera e del cane Orto (come nella Teogonia di Esiodo) Stessa alternativa “genitoriale” si propone anche per la Sfinge.