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COSTELLAZIONE DEL BOOTE

o di Artofilace

Boote: costellazione con la stella Arturo

Nell’introduzione della sezione “Mitologia Astrale“, abbiamo spiegato che i nomi delle costellazioni spesso trovano origine nelle leggende che nascondono e ciò di cui parleremo in questo articolo ne è un forte esempio.

La costellazione del Boote è chiamata anche Arturo o Artofilace e questo dipende, quando si parla di mitologia greca, sostanzialmente dal mito sulla sua “origine” che vogliamo prendere in considerazione. Infatti questa costellazione è interconnessa con quelle dell’Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore e per comprendere bene la questione, partiremo proprio da questo legame.

Secondo il mito di Zeus e Callisto, sappiamo che Callisto viene trasformata nell’Orsa Maggiore, mentre suo figlio Arcade, a seconda della variante del mito, prende posto tra le stelle o come Orsa Minore, quindi un orsacchiotto, oppure come il “custode dell’orsa“, ossia Artofilace. Arturo è un sinonimo di Artofilace, infatti significa sempre il guardiano dell’orsa e da qui prende il nome l’astro più luminoso di tutta la costellazione del Boote: la stella Arturo; con questo nome, a volte ci si riferisce all’intera costellazione, cosa che crea un pochino di confusione.

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Costellazione del Boote, chiamata anche Arturo o Artofilace

Ma se invece guardiamo solo il Grande Carro (che sono 7 stelle dell’intera Orsa Maggiore), allora questa costellazione è associata a un pastore che guida il carro, ossia “Boote“, che significa bovaro, pastore. Più in basso troverete un mito che identifica il pastore in questione con Icario, istruito da Dioniso sulla coltivazione della vite e sulla produzione del vino.

I racconti della mitologia sulla costellazione

Costellazione di Arturo o Artofilace: il custode dell'Orsa Maggiore

Il mito è ambientato in Arcadia, dove Zeus si reca a far visita a Licaone. Non si tratta di una semplice visita di piacere; il padre degli dèi sta tenendo d’occhio quest’uomo, perché più volte ha avuto prova che egli non sia esattamente una persona rispettabile. Licaone è, tra l’altro, padre di Callisto, di cui Zeus si è invaghito tempo prima. Dalla loro tresca era nato Arcade, nipote di Licaone. La moglie del Tonante, Era, aveva trasformato la fanciulla in un’orsa, per vendicarsi del tradimento del marito Zeus.

Fatta questa premessa, torniamo alla gita di Zeus; giunto a destinazione, si è presentato a Licaone. Ma Licaone è molto scettico e non crede che quello che gli sta facendo visita sia effettivamente Zeus, anzi, secondo lui quello non è neanche lontanamente un dio. Per incastrare il suo visitatore e dimostrare di aver ragione, Licaone decide di preparargli da mangiare e servirgli della carne umana, e neanche di una persona qualsiasi, bensì cucina la carne del piccolo Arcade, suo nipote e figlio di Zeus.

Ovviamente il Tonante se ne accorge immediatamente e, irato come poche volte nella vita, fulmina la casa di Licaone, distruggendola, e poi lo trasforma in un lupo. Dopodiché tenta di salvare suo figlio: raccoglie le sue carni e ricompone il suo corpicino, per poi infondere di nuovo la vita in lui. Arcade quindi è sano e salvo.

Un giorno, ormai cresciuto e impegnato in una battuta di caccia, Arcade si imbatte in un orso. Quell’orso è proprio Callisto, sua madre, ma lui naturalmente non ne ha idea e si lancia all’inseguimento dell’animale. I due giungono al tempio di Zeus Liceo, dove però è vietato entrare – secondo una legge dell’Arcadia – pena la morte.

Prima che i due possano essere uccisi, interviene Zeus che concede il catasterismo ai due: Callisto, va a formare la costellazione dell’Orsa Maggiore e Arcade diventa il suo custode, cioè Artofilace o Arturo. Qui potete trovare un approfondimento astronomico in merito.

L'incontro tra Callisto e Arcade, dal mito della costellazione dell'orsa maggiore oppure della costellazione dell'orsa minore
L'incontro tra Callisto e Arcade

Costellazione del Boote

Il protagonista di questo mito è Icario, primo uomo ad essere istruito da Dioniso in persona su come coltivare la vite e produrre il vino. Un giorno, Icario caricò degli otri pieni di vino su un carro e partì per l’Attica, dove fece provare il vino ad alcuni pastori, che si addormentarono ubriachi, sbiascicando cose strane. Siccome prima di allora non si conosceva né il vino, né i suoi effetti, altri pastori, preoccupati che Icario avesse avvelenato i “colleghi”, lo uccisero e gettarono il suo cadavere in un pozzo. Quando però i pastori “avvelenati” si svegliarono, decantando quella bevanda strepitosa, quelli che avevano ucciso Icario si diedero alla fuga.

Intanto Erigone, la figlia di Icario, si angosciava perché da troppo tempo non vedeva tornare il padre e così si mise alla sua ricerca insieme alla cagnetta Mera. Mera la condusse dal corpo senza vita del padre ed Erigone, disperata, si impiccò ad un albero mentre la cagnetta si gettò nel pozzo dove giaceva il corpo di Icario. 

Così Zeus (o Dioniso) impietositosi per la tragedia, disegnò la vicenda tra la stelle: la costellazione del Boote rappresenta Icario, ossia il pastore che guida il Grande Carro (la costellazione vicina), mentre Erigone è collocata nella costellazione della Vergine

Anche alla cagnetta Mera fu concesso il catasterismo: fu trasformata nella costellazione del Cane Minore (anche chiamata Procione).

Rappresentazione della costellazione del Boote o Arturo costellazione
Rappresentazione della costellazione del Boote o Artofilace

Informazioni essenziali

Nome Latino Costellazione

Boötes o Arctophylax

Emisfero

Boreale

Mitologia

Versione mito 1

Custode dell’Orsa Maggiore

Versione mito 2

Pastore che guida il Grande Carro
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