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COSTELLAZIONE DELLA VERGINE

Costellazione vergine immagine della costellazione della vergine
Rappresentazione della costellazione della Vergine

La costellazione della Vergine si trova lungo la linea dello Zodiaco e precede la Bilancia, mentre segue invece il Leone; è, infatti, una delle dodici costellazioni zodiacali. Come accade per la maggior parte delle 88 costellazioni riconosciute al giorno d’oggi, anche la Vergine racchiude in sé una ricca trama di miti e leggende. Essa rientra tra le 42 costellazioni della Mitologia Astrale di Igino, di cui abbiamo parlato nella nostra introduzione.

In quest’opera, l’autore raccoglie i racconti e le tradizioni legate alle stelle, offrendo spiegazioni mitiche sull’origine dei nostri astri e sul significato che gli antichi attribuivano al cielo. La Vergine, in particolare, è una figura misteriosa e affascinante: chi è? E perché è finita lì, tra le stelle?

Esistono diverse testimonianze riguardo all’identità della Vergine, e a seconda delle fonti essa potrebbe essere identificata con la dea Fortuna (Tyche) oppure con la dea Demetra (Cerere, dea delle messi e dell’agricoltura). Quest’ultima interpretazione sembra essere la più plausibile, poiché la figura femminile della costellazione della Vergine è spesso rappresentata con in mano una spiga, simbolo del raccolto e della fertilità della terra.

Altre versioni del mito, invece, associano la donna raffigurata ad Erigone, figlia di Icario (posto nella costellazione del Boote), oppure con Parthénos, figlia di Apollo tragicamente deceduta da bambina.

Un’ulteriore tradizione, la più diffusa, racconta che si tratta piuttosto di Dike, la Giustizia, che è fuggita tra le stelle abbandonando la terra perché troppo disgustata dalla malvagità e dalla corruzione degli uomini, ormai privi di speranza di redenzione.

L’episodio della Giustizia che abbandona la Terra e forma la costellazione della Vergine compare nel mito delle 5 età dell’uomo, un’affascinante leggenda che racconta le varie generazioni di uomini, ormai scomparse, e il loro destino nel corso del tempo. Secondo Esiodo, esse sono cinque: si parte da un’era in cui tutto era spontaneamente rigoglioso e armonioso, per poi attraversare un progressivo peggioramento del carattere umano e delle condizioni di vita. L’ultima generazione, quella in cui viviamo oggi, è considerata la peggiore: la decadenza morale è padrona e l’assenza della giustizia è ormai evidente.

La costellazione della Vergine in mitologia

Il mito delle 5 età dell'uomo

L'età dell'oro

Durante il regno di Crono, gli immortali plasmarono la prima generazione di uomini. Questa stirpe viveva in una serenità perfetta, simile a quella degli dèi. Non c’era bisogno di dettare leggi, nominare giudici o imporre condanne, poiché non esistevano pensieri malvagi né crimini, nemmeno l’idea stessa di questi; nessuno avrebbe mai concepito il desiderio di conquistare terre altrui. Il concetto stesso di lavoro e di fatica era sconosciuto, poiché la terra donava spontaneamente i propri frutti; i campi, sebbene non fossero stati mai arati, si coprivano in abbondanza di spighe dorate. Nessuno conosceva la malattia, e il corpo non invecchiava. La morte sopraggiungeva, sì, ma lieve come un sonno, e gli uomini se ne andavano in pace e senza dolore.

Questa generazione, chiamata “dell’oro”, si estinse, e gli uomini che ne avevano fatto parte si trasformarono in “spiriti benevoli” che continuano ad aggirarsi sulla terra, vegliando silenziosi sui mortali.

Il mito delle 5 età dell'uomo: l'età dell'Oro. Immagine per la costellazione della vergine
L'età dell'oro

L'età dell'argento

Dopo l’età dell’oro venne creata una nuova generazione: quella dell’argento. Ma non fu all’altezza della precedente, infatti questi uomini erano inferiori, tanto nell’aspetto quanto nell’indole. I fanciulli trascorrevano un tempo eccessivo accanto alla madre, il che impediva loro di ricevere la giusta educazione per diventare veri e propri “uomini” (l’ha detto Esiodo eh, non noi) e perciò non erano in grado di affrontare le difficoltà che cominciavano pian piano ad affacciarsi sulla terra. Inoltre, questa generazione aveva iniziato a trascurare il culto degli dèi.

Secondo Ovidio, la causa del loro lento decadimento fu l’avvento delle stagioni: fino all’età dell’oro esisteva soltanto la primavera, e il clima mite garantiva una vita serena. Ora invece l’aria bruciava d’estate, l’acqua gelava d’inverno, e gli uomini furono costretti a coltivare la terra per sopravvivere, imparando cosa era la fatica che invecchia la pelle e stanca il corpo. Così, Zeus decise di porre fine alla loro esistenza, trasformandoli in demoni inferiori.

Il mito delle 5 età dell'uomo: la Giustizia lascia la Terra

L'età del bronzo e la formazione della costellazione della Vergine

A questo punto, Zeus decise di tentare una nuova creazione: la terza generazione, quella del bronzo. Diede vita a queste nuove creature modellandole dai frassini; ma da quel legno gli uomini ereditarono un’indole aspra e violenta, tanto che, secondo alcuni racconti, arrivarono persino a divorarsi tra loro.

Vivevano circondati da bronzo: le loro armi, le loro case e persino i loro cuori sembravano forgiati da quel metallo. Non conoscevano altro che la guerra, e il solo dio a cui rivolgevano la loro devozione era Ares (Marte). Questa furia distruttiva li condusse inevitabilmente all’auto-estinzione: si sterminarono a vicenda, fino a scomparire del tutto, trovando dimora nell’Ade.

Fu proprio durante quest’era che Dike, la dea della Giustizia, disgustata dalle azioni degli uomini, si arrese del tutto e abbandonò la terra fuggendo tra le stelle, dando origine alla costellazione della Vergine (a questo link potete trovare un approfondimento astronomico).

Dike, la Giustizia lascia la terra nel mito delle 5 età dell'uomo per formare la costellazione della vergine.
La Giustizia abbandona gli uomini

L'età degli eroi

La Giustizia ormai sarebbe rimasta un bene raro anche tra le generazioni successive. Dopo che gli uomini di bronzo si erano sterminati tra loro, nacque una nuova stirpe: quella degli eroi, una generazione finalmente più nobile e più vicina agli dèi.

Questi uomini si distinguevano per la loro rettitudine e per il rispetto delle leggi divine, incarnando virtù che erano ormai quasi scomparse tra gli uomini comuni. Tuttavia, fu proprio il loro coraggio e il loro valore a condurli alla rovina: molti di loro, troppi, trovarono la morte in battaglia, come nell’assedio di Tebe o durante la lunga guerra di Troia, dimostrando che anche le anime più eroiche non erano immuni al destino crudele.

Nonostante ciò, per risparmiare alcuni di questi eroi da una fine così tragica, Zeus decise di intervenire, concedendo loro un destino differente: li inviò a vivere ai confini del mondo, in un luogo lontano e protetto, l’Isola dei Beati, dove regnava il titano Crono. Qui, lontano dalle sofferenze della terra, essi potevano finalmente trovare pace e riposo, ricevendo il premio che meritavano per la loro giustizia e il loro valore, lontani dalla violenza e dalla corruzione che avevano segnato le generazioni precedenti.

L'età del ferro

Nel mito delle 5 età dell’uomo, l’ultima stirpe creata da Zeus fu condannata alla fatica, al dolore e alle malattie. Ci troviamo nell’età del ferro, un periodo in cui sulla terra regnavano l’ingiustizia, la violenza e la gelosia; la lealtà non aveva più nessun valore e il timore degli dèi era ormai completamente svanito; anche Aidos e Nemesi — la Coscienza e il Pudore — abbandonarono il mondo degli uomini e si rifugiarono sull’Olimpo.

Si cominciarono a tracciare i confini e a combattere per i territori, e la terra fertile diventava via via sempre più scarsa; per la prima volta l’uomo estrasse i metalli dal suolo, cosa che finì per alimentare le guerre e tutti i mali che ne derivano.

Esiodo si ferma qui: per lui questa è l’ultima generazione, quella in cui egli stesso vive, segnata dalla decadenza e dalla perdita assoluta dell’armonia primordiale, ormai irrecuperabile.

L'età del ferro mito delle 5 età per vergine costellazione
L'età del ferro

Il mito delle 5 età dell'uomo: l'alternativa di Ovidio

Ovidio, invece — che non menziona la generazione degli eroi — racconta che Zeus distrusse la stirpe del ferro schiacciandola interamente sotto il monte Pelio. Dai torrenti di sangue che sgorgarono nacque un’ulteriore razza di uomini, ed essa era ancora più feroce e ancora più indifferente agli dèi. Le loro colpe e ingiustizie erano tali da disgustare il padre degli dèi, ma fu soprattutto uno di loro, Licaone, a scatenare la sua ira implacabile.

Deciso quindi a dare un ultimatum all’umanità, Zeus scese sulla terra, celando la propria identità ma lasciando trapelare chi fosse davvero. Il suo scopo era vedere da vicino quanto l’umanità fosse ormai degenerata. Licaone, diffidente nei suoi confronti, non solo tentò di ucciderlo per dimostrare che non era un dio, ma gli offrì addirittura in sacrificio carne umana. Ci si aspetterebbe che Zeus lo fulminasse all’istante, ma invece si limitò a trasformarlo in un lupo (lykos in greco) nome che, non a caso, richiama quello di Licaone.

Ma la furia di Zeus non era ancora placata: alla collera si unì una profonda delusione verso la razza umana. Il dio decise allora che non restava altra scelta se non cancellarla del tutto, per estirpare completamente tutto ciò che di negativo portavano. Ma in che modo? In accordo con gli altri dèi, scatenò un diluvio interminabile che travolse e annientò l’intera stirpe. Poseidone, al suo fianco, fece straripare i mari e inondò ogni terra; ben presto tutto fu sommerso, e la vita umana scomparve quasi del tutto.

Solo due anime rette e pie riuscirono a salvarsi, navigando su una piccola imbarcazione, con cui riuscirono ad arrivare fino al monte Parnaso: Deucalione e Pirra, figli rispettivamente di Prometeo ed Epimeteo. Questo episodio accade in seguito al mito delle 5 età e ne parliamo meglio qui.

Informazioni essenziali

Nome Latino Costellazione

Virgo

Costellazione Precedente

Leone

Costellazione seguente

Bilancia

Mitologia

Versione mito 1

Dea Tyche; dea Demetra; Erigone; Parthénos

Versione mito 2

Dea Dike, la Giustizia, che ha abbandonato la Terra
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