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ASCLEPIO (ESCULAPIO)

Asclepio, chiamato Esculapio nella tradizione latina della mitologia, è una delle figure più importanti della mitologia. Quando ci si chiede: “ma, Esculapio chi era?”, la risposta rimanda sempre al suo ruolo di guaritore, destinato a perfezionare e padroneggiare l’arte delle erbe medicinali ereditata dal padre Apollo. Infatti Esculapio è il dio della medicina, capace di guarire e perfino resuscitare i morti. Il suo simbolo principale, il bastone di Asclepio – o bastone di Esculapio – è spesso nominato in ambito medico e farmaceutico, ma anche oggetto di frequenti confusioni con un altro celebre emblema: il Caduceo di Ermes.

Il bastone di Asclepio o bastone di Esculapio

Di frequente sentiamo parlare del bastone di Asclepio o Esculapio, soprattutto perché, come accennato poco fa, viene confuso con il Caduceo, simbolo delle farmacie italiane; in realtà basta guardare il disegno per distinguerli. Il bastone di Asclepio o di Esculapio è un semplice bastone con un solo serpente attorcigliato attorno ad esso, mentre il Caduceo, che apparteneva ad Ermes, è un bastone alato con due serpenti attorcigliati. Ed è proprio il Caduceo che spesso si vede sulle insegne delle farmacie italiane. Quindi, se il bastone ha un solo serpente, state guardando il bastone di Asclepio o Esculapio; se i serpenti sono due, allora quello è un caduceo.

Il bastone di Asclepio o bastone di Esculapio
Immagine indicativa del bastone di Asclepio

La nascita di Asclepio (Esculapio)

Coronide era una splendida fanciulla della Tessaglia, tanto bella da far innamorare il dio Apollo. Tra i due nacque un amore intenso, ma come spesso accade nei miti greci, il destino si tinge presto di tragedia.

Un giorno Apollo scoprì che Coronide aveva tradito il suo amore con un giovane mortale. Accecato dalla gelosia e dal dolore, il dio non seppe trattenere l’impulso della vendetta: afferrò il suo arco, tese la corda e scoccò una freccia contro di lei. Il dardo colpì la fanciulla, e mentre la vita le sfuggiva, Coronide sussurrò una rivelazione che gelò il cuore del dio: portava nel grembo suo figlio.

In quell’istante Apollo si rese conto dell’orrore commesso. Corse da lei, tentò in ogni modo di salvarla con erbe e rimedi, ma ogni sforzo fu vano. Coronide morì tra le sue braccia, e il dio, disperato, pianse il suo amore perduto.

Immagine del mito di Apollo e Coronide
Apollo e Coronide

Eppure, da quella morte nacque una nuova vita. Apollo riuscì a salvare il bambino dal ventre della madre e lo affidò alle cure del saggio centauro Chirone, maestro di eroi e conoscitore delle arti mediche. Quel bambino divino fu chiamato dai greci Asclepio Esculapio dai romani, e diventerà il dio della medicina, capace di guarire ogni ferita e di restituire la vita — un dono nato dal dolore, ma destinato a portare speranza all’umanità.

La vita del dio Esculapio

Esculapio, fin da piccolo, non è certo un bambino qualunque: cresce sotto la guida del saggio centauro Chirone, un maestro di caccia e medicina, erbe e rimedi naturali. In poco tempo, Asclepio diventa talmente bravo da superare ogni aspettativa: non solo sa curare ogni malattia, ma riesce addirittura a riportare in vita i morti! Il suo segreto? Il sangue della Gorgone Medusa, che la dea Atena raccolse quando Perseo la decapitò e poi donò al giovane dio. C’è però un dettaglio importante: il sangue delle vene di sinistra è letale, mentre quello delle vene di destra ha il potere di ridare la vita. Un bel rischio, insomma, ma Asclepio sapeva come usarlo.

Asclepio Esculapio dio della medicina con il sangue di Medusa
Asclepio e il sangue di Medusa

La morte di Asclepio

Peccato che questo suo talento straordinario non piaccia affatto a Zeus. Il re degli dèi non vede di buon occhio un “medico miracoloso” capace di sfidare la morte, e teme che il suo potere sugli uomini venga messo in discussione. Così, in un lampo — letteralmente — fulmina Asclepio. L’episodio, però, non finisce lì: Apollo, padre affezionato, non la prende bene e decide di vendicarsi uccidendo i Ciclopi, i fabbri divini che avevano forgiato la folgore di Zeus. Ma il re degli dèi, si sa, non è tipo da lasciar correre.

Prima che Apollo venga scaraventato nel tartaro, interviene la saggia Leto, madre di Apollo, che riesce a calmare il Tonante. Alla fine, Zeus risparmia Apollo, ma lo condanna a un anno di “servizio civile”: il dio dovrà lavorare come pastore per un mortale, Admeto. Anche gli dèi, a volte, devono pagare pegno!

Asclepio Esculapio fulminato da Zeus
Asclepio e la folgore di Zeus

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