FIGLI DELLA NOTTE (NYX)
La dea Nemesi, Thanatos, i Sogni, Eris (ma non solo)
La mitologia greca nasce anche per dare spiegazione a fenomeni naturali, alle origini dell’umanità e alle complesse relazioni umane. Un esempio significativo è la stirpe di Nyx, la Notte, i cui figli, generati per partenogenesi (almeno secondo la Teogonia di Esiodo), sono divinità minori, demoni o spiriti che personificano emozioni ed eventi della vita. Tra di essi troviamo Moros, il Fato; le Kere, spiriti della morte; Thanatos e Hypnos, rispettivamente la Morte e il Sonno; e gli Oneiroi, i Sogni. Momos rappresenta la beffa, Oizys la Miseria, mentre le Moire tessono il destino, determinando bene e male. Troviamo la dea della Vendetta e della Vergogna, ovvero la dea Nemesi; Apate è lo spirito dell’Inganno, e Geras rappresenta la Vecchiaia. Poi, con un ruolo fondamentale per la mitologia: Eris, la Discordia. Infine troviamo anche figure positive come le Esperidi, dee della luce del tramonto, e Philotes, personificazione dell’Amicizia.
Moros - il Fato
Moros è il Fato, o meglio, un demone che personifica il fato, cioè quella forza superiore, astratta, che guida la vita degli uomini verso la morte. Non è da intendersi come uno spirito maligno, o almeno non del tutto, prima di tutto perché il percorso di ogni persona è diverso e deciso dalle Moire, poi perché a nessuno di noi è concesso di sfuggire alla morte. Ogni vita è unica e quello che accade nel corso di essa può essere sia bello che brutto. Moros non fa altro che farci percorrere quei binari; ci fa seguire il filo che le Moire tessono e che, alla fine della nostra vita, taglieranno.

Ker & le Kere - Dea & spiriti della morte
Ker e le Kere sono rispettivamente la dea e demoni della morte violenta. Loro arrivano quando la morte di qualcuno avviene in maniera crudele, in battaglia o in guerra, ma anche in seguito a una devastante malattia. In sostanza, quando la nostra morte non avviene in maniera pacifica, sono Ker o le Kere quelle incaricate di inviare le anime dei deceduti nell’ade. Le Kere sembra che abbiano anche il potere di punire gli uomini per le loro azioni, cosa che però è anche tipica delle Erinni. Nelle Argonautiche di Apollonio Rodio, quando Medea affronta il gigante Talos, a Creta, invoca Ecate e le Kere per destabilizzarlo con visioni orrende, fargli perdere l’equilibrio così che possa ferirsi all’unico punto debole: una vena appena scoperta sulla caviglia.

Thanatos - dio della Morte
Thanatos è il dio della morte pacifica. I romani lo chiamano semplicemente Morte e, sebbene ci sia sempre una connotazione negativa intorno a lui, in realtà è esattamente l’opposto di Ker e delle Kere. Infatti Thanatos arriva per lo più quando la morte di una persona avviene per motivi naturali o comunque in modo sereno, non violento. Si dice che il suo tocco sia simile a quello di suo fratello gemello Hypnos, dio del sonno.

Hypnos - dio del Sonno
Hypnos o Ipno è il dio del sonno ed è fratello gemello di Thanatos. Di lui sappiamo che vive nell’erebo e, al sorgere della Notte, sua madre, si aggira per la Terra e ci fa la grazia di farci dormire. Medea lo invoca per addormentare il drago insonne che custodisce il vello d’oro e aiutare Giasone e gli Argonauti a raggiungere il loro obiettivo.

Oneiros/Oneiroi - la stirpe dei Sogni
Gli Oneiroi sono la personificazione dei sogni. Sono degli spiriti che insieme ad Hypnos, di cui sono fratelli (secondo Esiodo), escono dall’erebo quando arriva la Notte. Nel loro “sorgere” devono attraversare due cancelli; il primo è fonte di profezie e fa in modo che i sogni siano profetici, mentre il secondo cancello è semplicemente fonte di sogni “normali”, senza apparente significato.

Momos - dio della Beffa e del Biasimo
Momos (o Momo) è la personificazione delle beffe, delle prese in giro, del sarcasmo, delle critiche e del biasimo.

Oizys - dea della Miseria
Oizys è la personificazione della sventura, della miseria e delle sofferenze che esse provocano. Per i romani infatti lei è Miseria.

Le Esperidi - le ninfe della Sera
Le Esperidi sono ninfe della sera e della luce del tramonto ma il compito più importante che svolgono è custodire, insieme al Drago Ladone, l’albero dalle mele d’oro di Era, regalatole da Gea al suo matrimonio con Zeus. Nella sua undicesima fatica, Eracle viene inviato a rubare queste mele. Mentre per Esiodo le Esperidi sono figlie di Notte, per altri sono figlie di Atlante, di Zeus e Temi o addirittura di Forci e Ceto. Anche i loro nomi e il loro numero variano a seconda della fonte; spesso sono tre, mentre secondo Apollodoro le Esperidi sono quattro e i loro nomi sono Egle, Eritia, Esperia e Aretusa e custodiscono l’albero sul monte Atlante; secondo altre versioni invece, l’albero e le Esperidi si trovano piuttosto in Libia, come nel caso di Apollonio Rodio. Infatti, ne “Le Argonautiche” è qui che i marinai si imbattono nel loro giardino in cerca di acqua, anche se la collocazione precisa nel deserto libico non è chiarissima.

Le Moire - dee del Destino
Le tre Moire sono dee o spiriti del destino e i loro nomi sono Cloto, Lachesi e Atropo. I romani le chiamavano Parche. Sono tre anziane che filano un gomitolo o un rocchetto che simboleggia la vita degli uomini; il loro compito è quello di tessere il percorso della vita di ogni uomo, assegnandoli il bene o il male. Cloto regge e srotola il rocchetto, Lachesi lo fila e lo misura e l’ultima, Atropo, taglia il filo al termine del suo corso, cosa che indica che il percorso di quella persona è terminato e pertanto è metafora della morte. Esiodo, nella Teogonia, le indica prima come figlie di Notte ma poi come figlie di Zeus e Temi.

Nemesi - Dea della Vendetta e della Vergogna
La dea Nemesi è la dea della vendetta e della vergogna, dell’indignazione nei confronti di azioni cattive e senza onore. E’ colei che provoca il risentimento quando qualcuno compie azioni di poco onore o malvagie che restano impunite; scatena in noi queste emozioni anche quando qualcuno ottiene qualcosa di bello pur non meritandolo. Ma Nemesi è anche la dea della vendetta e della giustizia distributiva perché punisce chi compie azioni cattive o approfitta di situazioni a discapito di altri.

Apate - l'Inganno
Apate, che per i romani è Frode o Inganno è la personificazione femminile che rappresenta l’inganno e la frode.

Philotes - l'Amicizia
Philotes (Amicizia per i romani) è lo spirito femminile che personifica l’amicizia e il sentimento che si prova verso gli amici.

Geras - la Vecchiaia
Geras è lo spirito maschile personificazione della vecchiaia.

Eris - la Discordia
Eris è la dea e la personificazione della Discordia, della Contesa. I romani la chiamano semplicemente Discordia o Contesa. Ne Le Opere e I Giorni, Esiodo ce ne presenta due: una maligna e una benigna. La Eris benigna, è quella che sprona a migliorare sé stessi, seppur mossi dall’invidia del successo di qualcun altro. Al contrario di quella maligna che altro non fa che causare appunto invidia e litigi fini a sè stessi. Secondo la tradizione omerica, non è figlia di Notte, bensì di Zeus ed Era e sorella di Ares. Il mito più famoso legato ad Eris, è quello del “Pomo della Discordia”, che spiana la strada alla guerra di Troia. Eris fa cadere una mela tra Era, Atena e Afrodite, indirizzata “alla più bella”; chi tra le tre è la più bella? Ovviamente le tre dee iniziano a litigare, per la felicità di Eris, e Zeus affida il giudizio finale a Paride, che sceglie Afrodite; la dea gli aveva promesso in cambio l’amore della donna più bella del mondo: Elena.
